Caro il mio Francesco

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“Caro il mio Francesco come vedi ti scrivo e quando uno scrive deve avere un motivo”.

Caro il mio Francesco mi piace questo giorno. Mi piace fermarmi a pensarti. A pensare alla tua vita. Al coraggio che ci è voluto per rinunciare ad un destino glorioso, già scritto con i più pregiati inchiostri del tuo tempo sulla pergamena di Bernardone perchè… perchè tu volevi solo essere felice.

Ogni volta che vado “a casa tua” rimango sorpresa da quanto era piccolo il tuo giaciglio. Eri un nanerottolo del 1200, eppure avevi statura e coraggio per stare di fronte ai grandi del tuo tempo. Oggi hai bellamente passato gli 800 anni e davvero non li dimostri.

Non avevi booking e nemmeno expedia, ma questo non ti ha fermato dal prendere su e andare da l signor Innocenzo numero3 e dal sultano, per dire la tua.

Non avevi whatssup e nemmeno un profilo a 5 stelle su Facebook, eppure hai superato le barriere del dialogo e hai dimostrato che indipendentemente da colori, bandiere e distanze…si puo’ sempre parlare. Non hai risposto “e’ una storia lunga” oppure “e’ complicato…”, “no, ma se fosse facile”.. Niente di tutto cio’. Hai preso il cavallo e sei andato.

Hai saputo essere tu per primo il cambiamento che volevi vedere nel mondo, ancora prima che un signore indiano di nome Gandhi invitasse tutto il mondo a rimboccarsi le maniche. Hai rinunciato a tutto perche’ volevi la perfezione. Aspetta, aspetta, come la chiamavi? Perfetta letizia. Volevi la gioia perfetta. Ci hai insegnato che la felicità non e’ senza alcun problema, ma è nostante tutti i problemi. Hai capito che non era l’armatura a far di te il miglior cavaliere di Assisi, ma che nudo di ogni bene, avevi la stoffa di un uomo ancora più grande.

Hai scritto la miglior canzone della storia, pardon scusa, ai tuoi tempi lo chiamavate “Cantico”, ma senza avere la presunzione di fissarlo in uno spartito, affinchè ciascuno di noi fosse libero di adattarlo alle sue corde.

Non conoscevi le lingue del mondo, ma per farti capire ti è bastato aprire gli occhi e contemplare tuttii doni che ci circondano, dalla luna, alle stelle, a frate sole e tutta la bellezza che non siamo piu’ capaci di cogliere. E senza neanche usare i filtri di Instagram.

Hai capito che non serve fare la propria crociata per rendere questo mondo migliore. E che in nome di Dio si può scegliere solo il perdono perchè non sta a noi giudicare. Hai capito che è molto più bello essere strumenti pace che demolire gli altri.

Hai capito che “basta poco”, basta metterci se’ stessi per fare cose grandi: “Semplicità, sorella mia.” Come quando per strada incontro Francesca, che ha appena preso la piadina calda, mi vede affaticata con i due bambini a fine giornata e subito si ferma per offrirmi un po’ di paidina e una mano.

Hai creduto nei sogni e nei desideri dell’uomo ancora prima che lo facesse Walt Disney, capendo che ogni uomo sepmlice porta in cuore un sogno e bastano amore e umiltà per costruirlo.

Grazie Francesco, sei davvero un grande.

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