Yogurt, che passione

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StoryTell_Caterina Ceredi

Prima settimana di luglio. Mercoledi’ pomeriggio. Armata delle migliori intenzioni mi preparo ad affrontare il caldo pomeriggio, confidando nelle ormai collaudate due ore di nanna del mio big Maciste (per gli amici e l’imminente ingresso nei terrible twos, detto anche Adolph).
Tuttavia, l’ottimismo resta un po’ solo del signor Gianni, cliente della nota catena di grande distribuzione. Come nelle migliori scuderie automobilistiche, quando una cosa e’ collaudata, è scritto che si romperà a breve. Murphy docet. E così fu. Michi sveglio all’alba del pomeriggio, dopo solo un’oretta (massi’ arrotondiamo per eccesso) di nanna. Per fortuna che Giacomo intanto continua a dorm…UUUUUEEEEEEEEEE’. No, sveglio anche Giacomo. Ecco perfetto. Dopotutto se Dio ha fatto all’uomo due braccia e’ anche per quando si hanno due figli piccoli. Peccato per quella storia delle mani che non puntellano per bene i due corpicini delle anguillotte.
Va bene. Possiamo fare una torre. Pezzo, dopo pezzo viene su una grande torre che Michi distrugge ancora prima degli ultimi due tasselli. Consapevole del fatto che prima o poi il muratore si sarebbe stancato di fare e disfare torri, mi proietto con la mente al cosafacciamodopo, mentre cerco di convincere Giacomo, un mese appena compiuto, che la sua… non e’ proprio.. fame… (ma piu’ voglia di qualcosa di buono…dovecaspitaseiAmbrogioooooo!), dopotutto i poppanti, nei primi due mesi circa possono mangiare tutte le volte che vogliono. Proprio quello che mi ci voleva.
Ad un tratto la luce: andiamo dalla nonna. Sono appena le 15 e ci sono solo 34 gradi fuori.
Ed ecco che la luce si fa ancora piu’ intensa: facciamo merenda dalla nonna!!
Per convincere Adolph ad uscire gli propongo il mio piano: prendiamo lo yogurt e andiamo a fare merenda dalla nonna. Yuppi ia ia yuppi yuppi ia.
Carichissima per la geniale idea, indosso la fascia e ripongo Giacomo nell’apposito vano. Affido a Michi il vasetto dello yogurt in una mano, e il chiaio (cucchiaino, nda) nell’altra. Lo imbrago nel passeggino rosso e via che si va.
Dopo soli 100 m di strada, Giacomo, non proprio comodissimo, spinge fuori le gambine dalla fascia: se faccio un altro passo lo perdo per la strada. Contemporaneamente Michele decide di apporre i suoi incisivi da castorino in erba sull’alluminio del vasetto di yogurt, incidendolo inesorabilmente.
Incuriosito dal varco creato decide di testare la tenuta dell’alluminio e capovolge il vasetto di yogurt. Mentre cerco di riassettare Giacomo, mi vedo passare davanti tutta la vita e un lampo di terrore in essa irrompe: lo yogurt inizia a colare sulla sua maglietta, pantaloncini, gambine, passeggino… (anche lui dopotutto deve testare la forza di gravità, insomma). Cerco di richiamarlo all’ordine, ma i nostri desiderata stranamente non coincidono.
Siccome devo reggere il Giacomo penzolante e guidare il passeggino non riesco a frenare il suo esperimento e inizio a chiedermi con sempre maggiore preoccupazione quanto cacchio di yogurt c’è in una vasetto!! E non venitemi a dire che ce ne sono 125 g, perche’ non e’ vero! Ce n’è mooooooolto di piu’. Dopo altri 50 metri, lo yogurt e’ inesorabilmente sparso a macchia di Leopardo su Michele e il passeggino. Bello felice, lo raccoglie con il suo cucchiano dall gambine (stile ceretta, nda) e lo..mangia, dicendo “Mamma…bra!” (bra e’ la merenda..oh miei 25 lettori). Arrivo sotto casa dei nonni in uno stato pietoso e lui peggio di me.
Salgo nell’ascensore lasciando inevitabili bread crumbs di yogurt alla fragola sulla mia strada.
Il nonno apre la porta e resta immbile sulla porta al mio grido di “non faccia entrare Micheleeeeee”. Dribblo il nonno, saluto la nonna e gli mollo Giacomo urlante (aveva fame da prima..per dire). Riesco armata di salviette tento di pulire Michele non facilmente riconoscibile dietro una maschera di yogurt. Riesco a toglierli la maglietta e le scarpe, mentre continua a dirmi “Bibi Ciuccio!”…della serie: Mamma porta il ciuccio a Giacomo non senti come urla!??!!! Intanto vedo la nonna con la coda dell’occhio che balla la lambada con Giacomo in braccio per tentare di calmarlo e penso al suo povero corpicino sul Tagada’. Quella legge non scritta per la quale se shakeri il bambino non e’ detto che si calmi, qualcuno dovrebbe scriverla!!
Cmq riesco a fare cambio bambino al volo con la nonna, in modo da poter quietare il poppante con la tetta e supplicando la nonna di dare una lavata a Michele.
La situazione sembra essersi ridimensionata quando sono sulla poltrona ad allattare, con il nonno che mi tiene la cronometro della tetta che neanche lo skipper dei fratelli Abbagnale saprebbe scandire (5 minuti, tira? 8 minuti, tira??), che arriva Saetta Michele, sfuggito all’idropulitrice della nonna. Con i pantaloncini ancora intrisi di yogurt si fionda inarrestabile verso il divano dei nonni…quello di velluto, tatuando le sue gambine sulla seduta. UUUUUUAAAAAAAAAA.
E qui mi sono giocata interamente ogni eventuale punteggio favorevole acquisito negli anni precedenti, scivolando inesorabilmente sulla black list.
Barbapapa’ consiglia: mai proporre al bimbo di andare a far merenda dalla nonna.

1 commento
  1. Perennemente Sloggata
    Perennemente Sloggata dice:

    uddio, ti sei giocata un punto importante nella raccolta punti coi suoceri: portando lì i bimbi (spesso “non ce li fate maaaaaaaaaai vedere”, solo tutti i giorni) hai guadagnato un punto, ma per il resto ne hai persi almeno 2 (per molte suocere “l’ha fatto apposta per rovinarci il divano”).
    hahaha scherzo,
    ben arrivata su wordpress!

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