Speranza
I giovani. I giovani, sì, che mi sono sempre piaciuti. Primo perché, come da luogo comune, li ho visti crescere e secondo perché più di tutti mi danno vigore. Cominciano sin da bambini, gioendo delle cose semplici, soffiando una bolla di sapone, meravigliandosi per una farfalla che si posa su un fiore o scoprendo i colori dell’arcobaleno che rasserena una giornata nera. Da piccola ho sempre sognato di fare qualcosa di grande, di aiutare tutti, a partire dalle mie due sorelle più grandi che prendevo come modello: l’una così fiduciosa nel futuro, l’altra così servizievole verso il prossimo. Sin da piccola volevo mostrare al mondo che c’è una ragione di vita. E mi ritrovo ora, con lo stesso immutato, grande desiderio, a dare ragioni di vita. Leggo nei tuoi occhi una domanda. Qual è il mio lavoro?!? Beh, la mia virtù.
Sono negli occhi di un nonno che accompagna la nipotina a scuola, nello stupore dello studente che si scopre di aver passato un esame, nell’attesa del ragazzo che si aspetta un “sì” dalla ragazza a cui ha chiesto di uscire, sono nel cuore di mamma e babbo che cullano il proprio figlio, nei messaggini di richiesta d’aiuto. Sono nel paziente nella sala d’attesa del medico, sono nel disoccupato che snocciola proposte di lavoro. Sono nelle mani dei fidanzati che costruiscono la propria futura casa e che vanno dagli amici ad annunciare la loro grande gioia. Sono nel compagno di banco che suggerisce durante l’interrogazione, sono dentro le persone.
Do un po’ fastidio in effetti, perché poi rischio di essere altamente contagiosa. In fondo è più facile chiudersi nel proprio angolo delle lamentele che cercarmi, proprio lì ad un famoso palmo di naso. Talvolta, però, mantengo vivi i sogni della persone più sfiduciate. E adoro fare improvvisate nella vita di chi pensa sia sempre tutto nero, colorando arcobaleno gli occhiali scuri che indossa per non rischiare di scoprire che… a volte basta un raggio di sole.
Sì, sì, spesso avete gli occhi talmente chiusi a voi stessi che nemmeno vi accorgete di me, appoggiata in quell’angolo di cuore.
Sono sotto la croce di ciascuno, pronta a condividerne il peso, come accadde con quell’uomo che coprirono di spine in un lontano venerdì.
Ed ora ho bisogno di te, delle tue mani, dei tuoi piedi, e soprattutto di essere portata dal tuo sorriso. A quelli che pensano di bastare a se stessi, di essere principio e fine e non uno strumento. Al vicino che pensa non ci possa essere un domani migliore. Alla persona sofferente che pensa non ci possa essere un domani. Al giovanissimo che crede ad un futuro senza pace, all’adulto che sentenzia di non poter cambiare le cose perchè alla fine, tanto, va sempre così. Alla mamma che deve poter arrivare a fine mese, al ragazzo che pensa che stia tutto nel sabato sera alternativo, ai figli che… tanto i genitori non capiscono. Ma anche al parroco che… tanto ormai non c’è più nessuno.
Qualcuno dice che io sia l’ultima ad andarmene. È vero. È vero solo perché la gente mi porta nel cuore, mi trasporta, mi affida e mi trasmette. Sono l’ultima ad andarmene perché sono la ragione di vita…che alla fine Risorge. È per questo che non devi avere paura!
Ho bisogno di te, perché tu possa aiutarmi in questo passaparola: Lui è con noi tutti i giorni, sulla via di Gerusalemme che attende in festa, ma anche sulla via della croce in cui ti senti davvero solo. È con noi perché la nostra gioia sia piena. Mi dai una mano?
Grazie e Ciao
Speranza
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