Un Altro Modo
Un altro modo. Forse c’e’ un altro modo. C’e’ un altro modo per fare le cose.
Un altro modo per fare la spesa, un altro modo per parcheggiare. Un altro modo per la lavatrice in tandem con l’asciugatrice, ma dopo la lavastoviglie e solo in fascia ridotta. Un altro modo per rimboccare le coperte, un altro modo di parlare ad un bimbo, un altro modo di lavorare, un altro modo di essere azienda, un altro modo di insegnare.
Sì, c’e’ sempre un altro modo. Tuttavia, la pigrizia naturalmente umana di aspettare sempre il primo passo dall’altro accentua la già spiccata propensione alla “fare come si e’ sempre fatto” o all’andare avanti “perchè si è sempre fatto così”. Perchè il blu va su tutto, la 500 la parcheggi dove vuoi, e il cliente ha sempre ragione.
Ma andrà proprio su tutto il blu? E con la 500L come la mettiamo?
Sarebbe bello che anche solo un decimo dei nostri sforzi per non avventurarci neanche per sbaglio in un altro modo, fosse invece dedicato a pensare che forse è davvero ora di fare in un altro modo.
E’ ora di aprire gli occhi e avere il coraggio di guardare negli occhi. E’ ora di pensare che si può vivere meglio anche solo senza la pretesa di sapere sempre come sono gli altri: rispondi cosi’? Allora sei così. E track, via, pronto, etichetta messa, articolo risposto nell’apposito vano, persona classificata.
Un altro modo implica però metterci la faccia, il cuore e pure un pò di passione.
Eppure, anche se l’ombra di chi sceglie un altro modo non fa così rumore come le luci della ribalta, mi piace sempre ricordarmi che “le stelle brillano al buio e non sotto i riflettori”.
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